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Uno sguardo sugli studi patristici in Italia
by Angelo Di Berardino
Fino al concilio Vaticano Secondo nei seminari italiani e nelle
facoltà teologiche italiane, quasi esclusivamente romane
e quindi internazionali, lo studio e l’uso dei Padri della
Chiesa erano finalizzati alla teologia, in particolare allo studio
del dogma cristiano. L’attenta selezione di brani di Padri
aveva lo scopo di aiutare la comprensione della dottrina trinitaria
e cristologica. Per questo erano strumenti di uso quotidiano i
vari enchiridia, cioè antologie di brani di Padri della
Chiesa, sapientemente scelti in latino e greco (i testi greci
erano accompagnati dalla traduzione latina). In particolare due
erano in mano agli studenti: l’Enchiridion patristicum di
M. J. Rouët de Journel, pubblicato nel 1911 , ma continuamente
ristampato e migliorato, e l’Enchiridion Fontium Historiae
ecclesiasticae antiquae di Konrad Kirch, pubblicato nel 1910 .
Lo scopo: At neminem fugit sacrae theologiae lectorem vel auditorem
quam arduum sit traditionis quod vocant argumentum brevi scholarum
spatio complecti, cuius incommodi haec praecipua causa videtur,
quod ii ss. Patrum loci, qui ad stabiliendum dogma maxime valeant,
aut in scholasticis tractatibus concisi et dispersi aut in patrologiis
completis paene obruti aliorum documentorum copia inveniantur
(p. VI). La citazione esprime lo spirito dell’epoca di una
teologia deduttiva, che ricercava nei Padri le pezze di appoggio
per la teologia dogmatica e controversistica. Talvolta si accostavano
testi estrapolati non solo da autori diversi, ma anche da epoche
e contesti diversi. Oggi invece si dà maggiore rilievo,
nelle facoltà di teologia, allo sviluppo storico della
dottrina cristiana, e quindi i testi antichi vengono interrogati
per se stessi nel loro ambiente vitale. Il professore Jacques
Fontaine, che presiederà la sessione pomeridiana, è
un maestro in questo indirizzo di ricerca ed ha avuto grande influsso
in Italia.
Le due antologie affiancavano l’Enchiridion
symbolorum, di maggiore successo, e costituivano per gli studenti
più sensibili il loro vademecum, ma soltanto i professori
più diligenti ed impegnati usavano gli enchiridia, dappertutto
nei centri di insegnamento teologico, un genere di manuali che
venne abbandonato negli anni 60. Il metodo in fondo risaliva all’antichità
cristiana con gli excerpta e i florilegia. Si usavano inoltre
anche manuali di patrologia, i più fortunati dei quali
furono la Patrologia di Altaner e quella di Mannucci-Casamassa
.
Dopo il concilio Vaticano II lo studio della patrologia
è stato ridotto nei seminari e nelle facoltà di
teologia per l’immissione di altre discipline e per l’ampliamento
di altre, per esempio la liturgia. Per questa riduzione c’è
stato nel 1989 un richiamo autoritativo della Congregazione vaticana
per gli studi nei seminari e facoltà ecclesiastiche, che
ha pubblicato una Istruzione sullo studio dei Padri della Chiesa
nella formazione sacerdotale . Non ostante autorevoli interventi,
credo che in generale ci sia tuttora poco interesse nello studio
dell’antichità cristiana nei seminari. In contrasto
con questa tendenza in alcune istituzioni invece il programma
patristico è forte e si tengono corsi più impegnativi
e più approfonditi. Credo che in questo senso vadano viste
le Facoltà di storia ecclesiastica della Pontificia Università
Gregoriana, del Pontificio Istituto Orientale e dell’Istituto
Patristico Augustinianum. Negli ultimi decenni i docenti di patrologia
escono da queste istituzioni e quindi hanno una preparazione più
specifica per l’insegnamento.
Nel mondo universitario non ecclesiastico si è
avuto invece una forte espansione di tali studi dopo gli anni
settanta. Nel 1873, sia per esaurimento interno che per ragioni
ideologiche, furono soppresse le facoltà di teologia nelle
Università statali . Nel 1924 si ha la prima cattedra di
letteratura cristiana antica all’Università Cattolica
di Milano ; seguita nel 1948 da quelle di Torino tenuta da Michele
Pellegrino, che già insegnava la disciplina dal 1941 ,
Bari (Di Capua) e Catania (E. Rapisarda ). Occupò la cattedra
di Milano Paolo Ubaldi , uno specialista di letteratura greca,
il quale mise a punto lo statuto di quell’insegnamento nelle
università. La nascita di tali cattedre fu frutto del dibattito
culturale se la letteratura cristiana fosse da considerarsi parte
delle letterature classiche ovvero autonoma rispetto a loro .
Oggi in Italia le cattedre di letteratura cristiana antica, sotto
vario titolo, sono circa una trentina. Inoltre sono molte le cattedre
connesse con l’insegnamento e lo studio dei Padri della
Chiesa: cattedre di storia del cristianesimo, storia della chiesa,
filologia patristica, filologia ed esegesi neotestamentaria, archeologia
cristiana, epigrafia, iconografia, e di altre lingue antiche strettamente
connesse con il cristianesimo (copta, armena, siriaca), di storia
delle religioni, di storia romana tardoantica, di agiografia,
di filosofia, ecc. Talvolta la diversificazione del titolo di
insegnamenti è soltanto formale. Si dà il caso che
qualche docente di letteratura cristiana scriva quasi esclusivamente
sul pensiero teologico o sulla spiritualità cristiana.
Inoltre l’espandersi dell’interesse sul Tardoantico
deve rivolgersi principalmente alle fonti cristiane, poiché
i Padri per questo genero di studi costituiscono una fonte privilegiata.
Per questo si ha ora maggiore attenzione agli aspetti filologici,
letterari, storici, sociali e, nel mondo di lingua inglese, ma
anche italiano, al gender. Nello studio dei Padri i singoli aspetti
non sono facilmente separabili. Anche chi si interessa soltanto
alla dottrina cristiana non può isolare i singoli testi
– come avviene negli enchiridia – dal contesto e dalla
finalità di un’opera, di un autore e dal contesto
più generale del pensiero antico. Va in questo senso precisato
che la stragrande maggioranza dei cultori della letteratura cristiana
antica provenga da una formazione filologica greca e latina.
L’espandersi di questi insegnamenti nasce
in Italia da una esigenza culturale: non si può passeggiare
per le città italiane o visitare un qualsiasi museo senza
avere una qualche conoscenza del cristianesimo. D’altra
parte a causa di una maggiore autonomia delle istituzioni universitarie
e per ragioni economiche incombe la minaccia di una loro riduzione,
con la sostituzione di corsi con altre discipline più “attuali”.
Nell’ambito di questi studi cambia anche
la terminologia per indicare un approccio diverso. Gli studiosi
di storia della teologia o della teologia storica, della storia
del dogma o delle dottrine cristiane, della spiritualità,
del monachesimo, di storia della Chiesa fanno uso dell’espressione
tradizionale di “Padri della Chiesa” per indicare
quasi un rapporto affettuoso di figliolanza e di discepolato nei
riguardi dei fondatori della tradizione cristiana. In tale espressione
è in qualche modo implicita la distinzione tra autori ortodossi
ed eterodossi, tra autori grandi e piccoli. In altri settori di
studi invece si preferisce un’espressione più neutra:
“scrittori cristiani antichi”, o, come una volta si
diceva “autori ecclesiastici”.
Lo studio dei testi cristiani suppone l’esistenza
e l’uso di edizioni critiche affidabili. Molti studiosi
italiani si dedicano alla preparazione di edizioni critiche, che
pubblicano in varie collane ben conosciute, fuori Italia: nel
CCL, CSEL, GCS, PO, Teubner, e Sources Chrétiennes, Le
Belles Lettres. Nella prestigiosa collana di SC hanno collaborato
in particolare Simonetti e Moreschini. Diversi italiani hanno
pubblicato anche nel CCL, sia nella serie latina che greca. In
quella latina l’ultimo volume di un italiano, Marco Conti,
sono gli opera omnia di Potamio di Lisbona nel 1999; nella series
graeca il volume di A. Labate, la Catena Hauniensis . In effetti
ci sono in Italia diversi cultori dello studio delle catene, in
particolare ricordiamo il defunto S. Leanza, A. Labate, C. Curti,
M.A. Barbàra. Questi due ultimi autori hanno pubblico ultimamente
una importante sintesi .
Tra le iniziative più importanti recenti
sono da collocare due opere degne di rilievo. La prima è
l’edizione critica dell’Ascensio Isaiae a cura di
diversi studiosi, in particolare di Paolo Bettiolo; il commento
di Enrico Norelli merita considerazione per ampiezza e completezza.
Gli studiosi italiani hanno dato particolare attenzione a questo
testo apocrifo: ricordiamo un convegno tenuto a Roma sull’
Ascensio Isaiae, i cui risultati sono stati pubblicati nel 1983
con diversi contributi; un volume sulla cristologia di Antonio
Acerbi ed un studio dello stesso Norelli .
In collaborazione con la Patristische Kommision
dell'Accademia Austriaca per il Corpus Vindobonense, delle Enarrationes
in psalmos di S. Agostino, l'Augustinianum cura le Enarrationes
in psalmos 100-150 di Sant’Agostino. Qualche mese fa è
uscito il primo volume , il secondo uscirà nel 2002. I
risultati raggiunti sono molto interessanti. Le Enarrationes hanno
una “tradizione manoscritta straordinariamente numerosa
e contaminata” (Gori), perché erano molto usate nei
monasteri medievali. La contaminazione della tradizione testuale
è cominciata già dal settimo secolo. Un altro fenomeno
è stato “un processo di banalizzazione del testo
avviatosi immediatamente dopo la loro pubblicazione”. Il
Gori osserva che che le Enarrationes in Psalmos Graduum: “sono
testi specificamente oratori, che conservano i caratteri originari
della predica improvvisata, diretta ad un pubblico che guardava
e ascoltava l’oratore [...] si può dimostrare che
l’originaria espressione oratoria è stata messa per
iscritto e tramandata senza che l’autore o altri la sottoponesse,
come ci si poteva attendere, a revisione, cioè senza adattamento
alle norme della linga scritta e alle esigenze della lettura ”.
Questa edizione delle Enarrationes si attiene ad
una caratteristica della scuola italiana: una attenzione maggiore
alla tradizione della lezione manoscritta rispetto a quella tedesca,
che tende a normalizzare un po’ troppo il testo contro la
tradizione testuale. Su questo argomento si è avuta un’ampia
discussione del gruppodi studio dell’Augustinianum con gli
specialisti della Patristische Kommision.
Non esistono in Italia collane di edizioni critiche
paragonabili al CSEL, CCL, al CC Series Graeca, oppure a Sources
Chrétiennes. Attualmente la più importante è
quella fondata da Mario Nardini Biblioteca Patristica (in Italia
la qualificano come le Piccole Sources Chrétiennes), 37
volumi. Ogni volume presenta una edizione critica, con traduzione
italiana ed ampio commento filologico e storico. L’ultimo
volume pubblicato è il De spectaculis di Novaziano (2001).
Dopo la morte dell’ideatore Mario Naldini, la collana continua
ad essere pubblicata a Bologna. Un’altra collana di edizioni
che ebbe successo in Italia era la Corona Patrum Salesiana nella
serie greca e latina (solo 17 volumi). Dopo un periodo di interruzione
è stata ripresa nel 1975, con il titolo di Corona Patrum,
con la pubblicazione dell’Epistola di Barnaba a cura F.
Scorza Barcellona. Ma essa procede troppo lentamente. Sono stati
pubblicati solo 15 volumi; l’ultimo di Tertulliano, Le uniche
nozze nel 1993, a cura di R. Uglione. Ora la collana, sia quella
antica che quella in corso, è passata alla Città
Nuova, che ristamperà anche i volumi esauriti da tempo.
Una nuova collana di edizioni critiche con ampi commenti è
dedicata alla poesia cristiana antica dal 1995 a Pisa: essa si
intitola Poeti cristiani; finora ha pubblicato solo tre volumi
.
Diverse Case editrici italiane pubblicano anche
edizioni critiche di testi patristici nelle loro collane di autori
greci e latini, in genere con traduzioni italiane a fronte e commento
. La prestigiosa collana di Scrittori greci e latini, della Fondazione
Valla, ha pubblicato molti volumi degli autori cristiani in edizione
bilingue e con ampio commento. Alle Confessiones di Sant’Agostino
sono dedicate ben cinque volumi, ai quali hanno collaborato diversi
studiosi, italiani e francesi. I due ultimi volumi di argomento
cristiano è l’edizione e commento della Regola di
s. Benedetto a cura di S. Pricoco ed una raccolta di preghiere
cristiane .
L’insegnamento, ma anche la ricerca, hanno
prodotto in Italia alcune opere di carattere generale. Anzitutto
è da segnalare la continuazione della opera di J. Quasten
da parte dell’Istituto Patristico Augustinianum con tre
volumi apparsi nell’arco di tempo di circa venti anni: mi
riferisco ai due volumi dedicati ai Padri latini a partire dagli
inizi del IV secolo fino a Beda e al volume che tratta dei Padri
orientali (greci, armeni, siri, copti). Questa vasta opera –
per altro i volumi pubblicati dal Quasten andrebbero totalmente
rivisti – è frutto di collaborazione internazionale.
A tal roposito dispiace che all’ultimo momento alcuni collaboratori
francesi siano venuti meno, creando non poca difficoltà.
Un’altra vasta opera è l’Introduzione ai Padri
della Chiesa , nella quale prevale però la parte antologica,
in cinque volumi. Non è molto chiaro a quale pubblico essa
volga. Recentemente sono apparse in Italia due ampie letterature
cristiane. La prima, rimarchevole per ampiezza di prospettive,
è la Storia della letteratura cristiana antica greca e
latina di Moreschini e Norelli in due grossi volumi e tre tomi
. L’opera offre una dettagliata e completa informazione
degli scrittori cristiani collocati in una cornice storica. Moreschini,
docente all’Università di Pisa, ha una lunga esperienza
di edizioni di testi, pubblicati sia in Italia che in altri paesi,
anche in Sources Chrétiennes, ed una vasta produzione di
studi e traduzioni. Pertanto, con la preziosa collaborazione di
Norelli, era all’altezza di offrire al pubblico un’ampia
trattazione, di 1600 pagine. Il primo volume è stato tradotto
anche in francese . Appena qualche anno dopo è stata pubblicata
un’altra importante trattazione da Simonetti e Prinzivalli,
ambedue professori all’Augustinianum, Storia della letteratura
cristiana antica . I due manuali ora sono all’avanguardia
nella presentazione dell’antica produzione letteraria cristiana.
Tutti e due sono accompagnati da ampie antologie di testi dei
Padri: quella di Norelli-Moreschini in due volumi; quella di Simonetti-Prinzivalli
in tre volumi di circa mille pagine ciascuno (testo originale
e traduzione italiana a fronte) in una impostazione rigorosamente
storica. Simonetti e Prinzivalli cercano di “fornire un
panorama il più possibile rappresentativo” degli
scritti cristiani antichi. Se a queste opere recenti si aggiungono
quelle anteriori ancora reperibili sul mercato, oppure di minore
pretesa, e le traduzioni da altre lingue, il lettore italiano
non difetta di guide sicure. Nell’ambito antologico non
si possono dimenticare i volumi su Cristo, con sintetica e precisa
introduzione, testi originali e traduzione italiana. Due riguardano
la figura di Cristo nell’antichità cristiana, il
primo a cura di Antonio Orbe, il grande specialista dello gnosticismo,
ed il secondo a cura di Manlio Simonetti. A questi seguono altri
tre volumi su Cristo nel Medioevo a cura Claudio Leonardi . Pur
se appartengono al genere delle antologie specializzate, ce sono
tante, meritano attenzione per la vasta annotazione.
Tra le opere di carattere generali non possiamo
tralasciare di ricordare: 1) Dizionario patristico e di antichità
cristiana in tre volumi, tradotto in diverse lingue; 2) La già
nominata continuazione della Patrologia del Johannes Quasten.
Solo il volume dedicato ai Padri latini del IV e inizi del V è
stato tradotto in diverse lingue; quello invece sui Padri latini
da Leone Magno a Beda, pubblicato nel 1996, solo in psagnolo;
dell’ultimo per i Padri orientali, apparso nel 2000, è
in corso la traduzione inglese; 3) Complementi interdisciplinari
di Patrologia (Roma 1989) e Res Christianae, a cura di Antonio
Quacquarelli (Roma 1999), lo studioso recentemente scomparso (giugno
2001), che è stato un grande promotore in Italia di studi
sull’antichità cristiana con la creazione dell’Istituto
di letteratura cristiana nell’Università di Bari
e della rivista Vetera Christianorum. Il Quacquarelli ha sempre
promosso una ricerca interdisciplinare negli studi patristici.
Negli ultimi decenni in Italia, come del resto
anche altrove, si è avuto un forte in interesse per Origene
e la scuola alessandrina. Si è creata una associazione
dal titolo: Gruppo Italiano di Ricerca su “Origene e la
tradizione alessandrina”. Esso pubblica anche una rivista
dal titolo Adamantius, che raccoglie articoli, notizie e soprattutto
la bibliografia origeniana e sulla tradizione alessandrina. Inoltre
ha già organizzato cinque convegni, di alcuni dei quali
sono stati pubblicati gli Atti presso l’Augustinianum .
Quest’anno ha omesso il Convegno annuale perché a
Pisa si teneva il Colloquium Origenianum Octavum. Inoltre è
stato pubblicato l’anno scorso un dizionario origeniano
dal titolo: Origene. Dizionario, la cultura, il pensiero, le opere
.
Anche Agostino tiene sempre banco e suscita continuo
interesse; occupa un posto importante nell’insegnamento
e nella ricerca. E’ anche un caso editoriale: secondo ricerche
di mercato, dopo la Bibbia, le Confessioni è il libro più
vendito per un arco di tempo decennale. Delle Confessioni circolano
almeno una decina di traduzioni, diverse della Città di
Dio, anche più di una del Doctrina cristiana. Rimarchevole
l’edizione e il commento di M. Simonetti presso la Lorenzo
Valla. Dopo il grande Congresso su Agostino del 1986, svoltosi
a Roma, ce ne sono stati altri, se non allo stesso livello, ma
pur sempre importanti.
Un altro polo d’interesse è costituito
dall’enigmatico Ippolito (di Roma). Si sono tenuti due convegni
presso l’Augustinianum nel 1976 e nel 1988 . Gli studi su
Ippolito hanno continuato anche nel periodo successivo al 1988,
specialmente per opera di Manlio Simonetti, Enrico Norelli ed
Emanuela Prinzivalli. Una sintesi delle posizioni raggiunte, che
sono state accettate anche altrove, sono esposte nell’ampia
introduzione della recente edizione e traduzione di M. Simonetti
dell’opera ippolitiana Contro Noeto .
Un altro argomento che soprattutto in Italia ha
avuto un particolare sviluppo negli ultimi venti anni è
stato la storia dell’esegesi giudaica e cristiana, in particolare
patristica. Il vivace interesse può partire dal 1980 dalle
pubblicazioni e dai corsi di M. Simonetti: anzitutto con un primo
volumetto , tradotto in inglese e polacco, e poi dal grande volume
del 1985, Lettera e/o allegoria . Da allora si è svolta
una intensa attività in convegni annuali dal 1982, in ricerche
e pubblicazioni. E’ sufficiente ricordare, per non appesantire
le indicazioni bibliografiche, i numerosi volumi pubblicati dall’Augustinianum
e gli articoli e le bibliografie sulla storia dell’esegesi
dal 1990 nella Rivista ASE (Annali di storia dell’esegesi),
pubblicata a Bologna dal 1984, nella quale confluiscono le relazioni
dei convegni annuali dei gruppi delle varie università
italiane.
Non avuto invece la stessa fortuna nell’ambito
della ricerca lo studio del dibattito teologico del quarto secolo.
Mi riferisco all’arianesimo. Simonetti anche in questo settore
è stato un antesignano, aprendo nuove strade. I suoi numerosi
studi, ed in particolare, la grande opera La crisi ariana nel
IV secolo ha avuto un sicuro influsso, ma pochi lo hanno seguito
in Italia. Negli ultimi anni studiosi di lingua inglese, specialmente
americani, e tedesca, guidano la ricerca sull’arianesimo.
La scoperta dei testi gnostici di Nag Hammadi,
dopo la lenta opera di edizione, ha dato luogo ad un profluvio
di congressi e di pubblicazioni, specialmente in area germanica
ed americana. In Italia ha operato a lungo lo studioso più
preparato sull’argomento, Antonio Orbe, spagnolo, quasi
del tutto ignorato fuori dei confini dell’Italia e della
Spagna. Orbe, con il suo magistero e con le sue innumerevoli pubblicazioni
ha esercitato un grande influsso in Italia . Una nutrita schiera
di studiosi, alcuni ancora molto giovani, hanno portato il loro
contributo di ricerca e di approfondimento: U. Bianchi, L Moraldi,
G. Filoramo, M. Simonetti, G. Iacopino, E. Lupieri, G. Sfameni
Gasparro, A. Camplani, G. Lettieri, ecc .
Strettamente connessa con gli studi gnostici è
la ricerca, nell’ambito copto, della lingua e della letteratura.
Le ricerche coptologiche in Italia sono state compiute da vari
egittologi, in particolare Donadoni e Pernigotti. A Roma esse
ruotano attorno alla cattedra del prof. Tito Orlandi, docente
anche all’Augustinianum, e all'impresa Corpus dei Manoscritti
Copti Letterari (CMCL), da lui fondata. Scopo dell'impresa è
la raccolta delle riproduzioni dei manoscritti smembrati in molte
le biblioteche del mondo, la loro ricostituzione codicologica,
l'identificazione del contenuto. Tale attività è
accompagnata da una raccolta di materiale bibliografico (la Coptic
Bibliography), pubblicata fino al 1995; essa tra qualche tempo
sarà disponibile su una pagina web. L'insieme delle notizie
relative ai manoscritti, ai loro cataloghi, all'identificazione
delle opere, alla bibliografia, è organizzato in una banca
dati relazionale. Attualmente l'intero archivio fotografico è
in fase avanzata di digitalizzazione. Il CMCL possiede una propria
collana di volumi che comprende sia studi che edizioni e traduzione
di testi copti di età patristica. Alcuni esperimenti di
edizione elettronica multimediale sono disponibili al seguente
sito: rmcisadu.let.uniroma1.it/~cmcl. Un’ottima sintesi
sulla letteratura copta ora è nell’ultimo volume
della Patrologia , il quinto già citato, redatta da prof.
Orlandi.
Anche per gli altri ambiti delle lingue patristiche
orientali, specialmente per gli scrittori armeni, siri ed etiopici,
c’è una crescita di interesse e di traduzioni. Per
la lingua armena, oltre ad alcuni italiani, operano da noi anche
diversi studiosi di origine armena. Per gli scrittori siri, la
figura dominante attualmente in Italia è Paolo Bettiolo,
che recentemente ha pubblicato un ampio capitolo, molto apprezzato,
nella Patrologia volume V .
Numerosi studiosi italiani si interessano allo
studio del Tardoantico, che suscita attualmente molto interesse
dappertutto, con convegni, pubblicazioni e seminari vari. Tre
riviste recenti coltivano specialmente questo ambito: Cassiodorus,
Koinonia e Romanobarbarica. Si è formata in Italia anche
un’Associazione per lo studio del tardoantico, la quale
tiene regolari convegni e ne pubblica gli Atti. Gli studiosi interessati
al Tardoantico danno sempre maggiore importanza anche alla storia
del cristianesimo, specialmente in relazione alla società
del IV e V secolo. In particolare quelli che si interessano al
diritto romano si rivolgono ormai anche al pensiero dei Padri
e alle fonti giuridiche riscontrabili nei loro scritti. In particolare
si segnalano al riguardo i Convegni di Perugia e Spello da parte
dell’Accademia Romanistica Costantiniana, che pubblica gli
Atti. Sono usciti già 10 volumi.
Negli ultimi decenni l’agiografia, non più
soltanto un settore della storia ecclesiastica, è in forte
espansione. Oltre alla tradizionale “ricerca filologica
(edizione di testi, problemi di autenticità, cronologia
e altro ancora)... l’agiografia è da tempo oggetto
di approccio privilegiato di carattere, oltre che storico, anche
antropologico e sociologico”. In Italia questo genere di
studi oggi è particolarmente fiorente. Dopo le grandi figure
di Pio Franchi de’ Cavalieri, Francesco Lanzoni e Giovanni
Mercati, una numerosa schiera di studiosi giovani e meno si dedica
agli studi agiografici. La situazione è favorita anche
dalla istituzione di diverse cattedre di agiografia nelle Università
statali. Tra il 1961 e il 1987 è stata pubblicata a Roma
la grande Bibliotheca Sanctorum in 13 volumi (uno di indici) e
due volumi di complemento, l’ultimo nel 2000. Ultimamente
sono stati pubblicati due volumi sui santi delle Chiese orientali:
Bibliotheca Sanctorum orientalium (1998-1999). Delle opere di
carattere generale ricordo ancora il manuale di R. Grégoire,
uno studioso belga che opera nelle Università italiane
, e Il grande libro dei santi. Dizionario enciclopedico nel 1998
, diretto, tra gli altri, da Claudio Leonardi, che più
di ogni altro ha saputo cogliere le specificità dell’agiografia
. La moltiplicazione di convegni nazionali e locali e di ricerche
specifiche è considerevole; essa è favorita anche
dalla istituzione dell’Associazione Italiana per lo Studio
della Santità, dei Culti e dell’Agiografia (AISSCA),
a opera soprattutto di Sofia Boesch Gaiano: l’Associazione
pubblica anche un bollettino. Per maggiori dettagli rimando alla
panoramica di studi e tendenze in Italia di Paolo Golinelli in
Hagiographica del 1999 . Questa rivista, pubblicata da Brepols,
è italiana. Molte piccole città sono orgogliose
di organizzare Convegni sulle tradizioni religiose locali e sugli
scrittori cristiani antichi collegati alla loro zona oppure dedicati
ai santi locali, ma con prospettive più ampie nel contesto
del tempo. Tutti gli organizzatori per altro intendono pubblicare
gli atti talvolta in sedi molto secondarie, per cui non è
facile seguire questo genere di pubblicazioni.
La ricerca storica e patristica, specialmente di
lingua inglese, negli ultimi due decenni non poteva non risentire
di certi problemi del dibattito attuale, anche intraecclesiale.
Penso alla problematica del gender; nei paesi latini si preferisce
parlare semplicemente del ruolo della donna nella società
e nella chiesa. Il contributo italiano è stato di anno
in anno più cospicuo, specialmente da parte di un gruppo
consistente di studiose, come è stato messo in rilievo
da Kari Børresen già nel 1994. Alcuni nomi : F.E.
Consolino, R. Lizzi, C. Militello, Elena Giannarelli, G. Sfameni
Gasparro, Adele Monaci, E. Prinzivalli, ecc.
In Italia sono troppe le case editrici che pubblicano
testi dei Padri e studi anche importanti; talvolta sono delle
piccole case editrici dislocate in provincia. Anche per noi, che
viviamo a Roma, non sempre è facile reperire tutto ciò
che interessa per una buona biblioteca. In particolare segnaliamo
in questa sede quelle più rilevanti per la mole e la qualità
delle pubblicazioni.
La casa editrice, di gran lunga più importante
in Italia e specializzata nelle pubblicazioni dei Padri, è
la Città Nuova, che ha in catalogo alcuni centinaia di
volumi in argomento: ricordiamo le iniziative più importanti:
Testi Patristici (160 volumi); Opera omnia di molti autori cristiani:
sant’Agostino (anche una collana minore), sant’Ambrogio,
Padri del Nord Italia (Zenone, Filastrio, Gaudenzio, Cromazio,
Massimo di Torino, Crisologo), Scrittori della Chiesa Aquileiese;
San Gregorio Magno, San Bonaventura e di San Bernardo. Antologie
vaie, tra cui Testi mariani del primo millennio, 4 volumi, Roma
1988-1991; Bibliotheca Sanctorum, già citata ecc.
Oltre la Città Nuova, molte altre case editrici
pubblicano testi patristici, a volte con testo a fronte, più
frequentemente con le sole traduzioni. Tra le altre la UTET di
Torino, la quale ha una collana intitolata Classici delle religioni,
con volumi di ampio respiro. La Rusconi di Milano presenta delle
ottime traduzioni. Le Edizioni Paoline, la cui ultima collana
si intitola Letture del primo millennio, ha una serie di volumi
ben introdotti e commentati, nella quale l’ultimo volume
riguarda Nonno di Panopoli, autore molto trascurato. L’Editrice
di Bose, con la collana Qiqajon, pubblica sopratutto testi di
carattere spirituale e monastico. Due case editrici romane, la
Studium e la Borla, hanno collane patristiche. Anche l’Istituto
Patristico Augustinianum ha una sua collana di ricerche (SEA),
ultimo volume: Pietro e Paolo, il loro rapporto con Roma nelle
testimonianze antiche, n. 74, 2001.
Tra i più importanti Convegni svoltosi in
Italia ricordiamo: quelli su Sant’Ambrogio, Milano 1974
e il 1996, di cui sono stati pubblicati gli Atti; su Sant’Agostino
1986, i cui Atti in tre volumi sono apparsi nel 1987, e su San
Gregorio Magno nel 1990 (Atti due volumi nel 1991), i convegni
annuali all’Augustinianum, ecc.
L’Istituto Patristico Augustinianum, pur
avendo un respiro internazionale, contribuisce in Italia all’espandersi
degli studi patristici sia mediante comnvegni e seminari che con
la biblioteca. Molti professori dei seminari provengono da questa
istituzione.
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